Erbaluce, novità e tradizione
Il Piemonte non è solo nebbiolo. L’erbaluce riesce a dare lustro ad una nicchia di viticoltori che producono bianchi da lunghe evoluzioni. La rinascita di determinati vini passa attarverso la riabilitazione di alcuni vitigni che, lasciati quasi nel dimenticatoio, oggi, con la rivalutazione degli “autoctoni, riescono ad emergere dal panorama ampelografico italiano.
Così siamo arrivati alla Cantina della Serra, accolti dal giovane Vittorio, riusciamo a scorgere quello che oggi i Millenials chiamerebbero l’ashtag di una rivalutazione, di una rinascita non senza sacrifici. Già, perchè la storia dell’Erbaluce, soprattutto quello vinificato nella variante secca ha origini molto lontane. Bisogna andare davvero indietro nel tempo, quando la tradizione della viticoltura in Italia, così come in tutta quanta l’Europa, era retta dai nostri avi agrioltori, che utilizzavano questa storica bevanda dopo le fatiche di una lunga giornata passata tra i campi. Le similitudini con le regionalità del nostro territorio iniziano a moltiplicarsi, segno evidente che la nostra storia viene generata da un unico ceppo e che, grazie all’evoluzione, si è complessata in più sfaccettaturem tutte figlie di un’unica matrice temporale.
L’erbaluce sta al Piemonte, come la Verdeca in Puglia o come il Pigato in Liguria, piuttosto che il Pecorino abruzzese. Tutti vitigni che, ad un certo punto della loro storia, o per moda o per riconoscenza nei loro confronti si sono ritrovati oggetto della rivalutazione ampelografica italiana, ed in alcuni casi, considerati di nicchia. Quei vini che un tempo erano i vini da tavola consueti dell’artigiano del posto, oggi sono diventati d’essai.
Un risveglio di sensazioni citriche si riversa nel palato, già dalla prima beva. Sensazioni di una freschezza particolarmente lunga per un vino beverino si ampliano a dismisura lungo la lingua; si dipanano ad asciugare le papille gustative. Un agrume in bocca sarebbe la sintesi di una sensazione, forse riduttiva, del vino in degustazione; inoltre, si riesce a scorgere una freschezza ammandorlata, velatamente accennata, così come i fiori in sottofondo, freschi, bagnati e genuini, come un vino di lunga esperienza, come i nostri artigiani di un tempo, anche quelli piemontesi che apprezzavano queste meravigliose bevande nella loro quotidianità. Lux, Lucis con Erbaluce.
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Nome degustatore Temperatura vino Temperatura ambiente
Il Pizzico 10°C 24°C
Categoria vino Data
Bianco 07.01.2018
Nome Vino Titolo Alcolometrico Annata
Ramblè Erbaluce di Caluso DOCG 13% 2016
ESAME VISIVO | Limpidezza Cristallino | ||
Colore Giallo paglierino | |||
Consistenza/Effervescenza abb. Consistente | |||
Osservazioni | |||
ESAME OLFATTIVO | Intensità Intenso | ||
Complessità Complesso | |||
Qualità Fine | |||
Descrizione Fruttato, Floreale, Speziato, Minerale (morbide note di frutti a polpa bianca con preponderanti sentori agrumati e intense note di fiori di piacevole persistenza: pesca bianca, mandarino, limone, mela verde, gelsomino, giglio, ginestra, carpino bianco, mandorle fresche, nocciole fresche, leggere note saline con un’accentuata sapidità ). |
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Osservazioni | |||
ESAME
GUSTO – OLFATTIVO |
Zuccheri Secco |
struttura o corpo
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fresco Acidi |
Alcoli abb. caldo | —- Tannini | ||
Polialcoli abb.Morbido | sapido Sostanze minerali | ||
Equilibrio abbastanza Equilibrato | |||
Intensità Intenso | |||
Persistenza abbastanza Persistente | |||
Qualità Fine | |||
Osservazioni: | |||
CONSIDERAZIONI
FINALI |
Stato evolutivo Pronto | ||
Armonia Armonico | |||
Abbinamenti Consiglio di abbinare questo vino ad una preparazione di pesce.
Le note agrumate e saline particolarmente accentuate consentono di abbinare il piatto a preparazioni di antipasti che di pesce crudo. Il piatto in abbinamento è stato un piatto di pesce crudo (prevalentemente crostacei e molluschi) |
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Punteggio 89 |